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Storia delle ricerche

di Alberto Marretta*

Il ritrovamento | I pionieri | Il primo dopoguerra | Anati e il Centro Camuno | La fase contemporanea


Il ritrovamento
Nel 1909 Gualtiero Laeng (1888-1968), studioso bresciano, geologo, alpinista e collaboratore del Touring Club Italiano, segnala i due Massi di Cemmo al "Comitato nazionale per la protezione del paesaggio e dei monumenti", istituito presso il TCI. Laeng segnala i due Massi di Cemmo nella prima edizione della Guida d'Italia del Touring Club Italiano del 1914. 

I pionieri
1927-1937 Giuseppe Bonafini, archeologo, insegnante e negli anni '50 sindaco di Cividate Camuno, descrive il Masso di Cemmo 1 nella sua tesi di laurea e successivamente in un articolo sulla rivista "Brescia".
Si recano contemporaneamente in Valcamonica Paolo Graziosi dell'Istituto di Paleontologia Umana di Firenze e Giovanni Marro dell'Università di Torino. Entrambi presentano comunicazioni in convegni scientifici, descrivendo uno solo dei due Massi di Cemmo e non accorgendosi della presenza di un secondo masso posto a pochi metri di distanza, ma nascosto da sassi e vegetazione.
Marro intraprende un vasto lavoro di prospezione nella media Valle, che lo porta ad individuare numerosi siti e a fotografare e pubblicare un gran numero di immagini. 
Nello stesso periodo Raffaello Battaglia, per conto della Soprintendenza e dell'Università di Padova, effettua alcune spedizioni in Valcamonica e formula prime importanti considerazioni cronologiche e interpretative sulle incisioni rupestri camune. 
1935-1940 Franz Altheim, professore all'Università di Berlino, e la sua assistente Erika Trautmann, seguiti da altri studiosi tedeschi, vengono più volte a Capo di Ponte per studiare le incisioni rupestri. I due sono "sponsorizzati" da Heinrich Himmler e interpretano l'arte rupestre camuna alla luce delle teorie sulla "razza ariana" sostenuta dal regime nazista. Il loro lavoro riveste comunque notevole valore documentario, con particolare riguardo all'area di Cimbergo. 

Il primo dopoguerra
1951-1955 Dopo i traumi della seconda guerra mondiale, Laeng riprende le ricerche in Valcamonica con l'aiuto di Emanuele Süss e di collaboratori dell'Ateneo e del Museo di Scienze Naturali di Brescia e inizia un'intensa attività di promozione per la costituzione di un'ampia area protetta nella media Valle.
Viene scoperto il "Masso di Borno", che è pubblicato da Raffaello Battaglia. Esposto prima a Cividate Camuno, poi in Piazza del Duomo a Milano, e in seguito trasferito al museo archeologico della città, verrà infine restituito alla Valle Camonica nel costruendo Museo Archeologico a Capo di Ponte. 
Nel 1966 Emmanuel Anati pubblicherà uno studio completo sul masso, le cui istoriazioni verranno per la prima volta edite mediante il rilievo "a contatto".
In concomitanza con la pubblicazione della prima mappa delle rocce istoriate site in località Naquane-Ronchi di Zir (ad opera di Emanuele Süss e della guida capontina Battista Maffessoli) la Soprintendenza alle Antichità della Lombardia, diretta da Mario Mirabella Roberti, avvia l'iter per la costituzione del Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane. 

Anati e il Centro Camuno
1956-1963 Sollecitato dal suo Maestro, il famoso archeologo francese Henry Breuil, Emmanuel Anati, studente alla Sorbona, giunge in Valle Camonica dove avvia la ricerca e l'analisi sistematica delle incisioni rupestri camune. Fra le innumerevoli scoperte e studi di quegli anni spicca per importanza il rilievo completo della Grande Roccia di Naquane, che Anati pubblica a Parigi nel 1960.
Il suo collaboratore più stretto a Capo di Ponte è Battista Maffessoli, un falegname, vivo nel ricordo dei concittadini e degli studiosi, che lo guida nei boschi della Valle.
Anati pubblica a Parigi "La Civilisation du Valcamonica", primo studio monografico che offre un quadro complessivo del patrimonio rupestre camuno e fornisce una ricostruzione globale della cronologia e della civiltà degli antichi Camuni letta attraverso l'arte rupestre e inserita nel più vasto quadro europeo. L'opera viene poi tradotta in inglese e in italiano.
Esce la prima edizione (se ne conteranno dieci) di "Capo di Ponte: centro dell'arte rupestre camuna", opera di Anati destinata al grande pubblico, che viene edita anche in inglese, in francese e in tedesco. Anati esegue i primi fondamentali scavi archeologici in Valcamonica: al Dos dell'Arca e presso i Massi di Cemmo.
In un'esplorazione a Sellero condotta da Anati e da alcuni suoi collaboratori vengono scoperte in località Carpéne numerose incisioni rupestri. Le campagne degli anni '80 porteranno alla luce decine di nuove rocce e le scoperte costituiranno la base e lo stimolo per la costituzione del Parco Comunale di Sellero.
Il 3 agosto del 1964, nel municipio di Capo di Ponte, viene fondato il Centro Camuno di Studi Preistorici (CCSP). Partecipano alla fondazione Emmanuel e Ariela Anati, Giacomo Mazzoli (Presidente della Comunità Montana ) il Sindaco di Capo di Ponte Giovan Battista Belotti, numerosi altri sindaci, nonché uomini di cultura e artisti camuni, fra i quali Franca Ghitti. Tra le prime azioni del CCSP vi è la creazione di una biblioteca destinata a divenire polo specializzato nel campo dell'arte rupestre a livello internazionale, e l'attivazione delle "Edizioni del Centro", una struttura editoriale che porterà alla pubblicazione di un centinaio di opere.
Dal 17 al 27 settembre è aperta la prima di una lunga serie di mostre sulle incisioni rupestri della Valle, in Italia e all'estero, nella sede della Associazione Artisti Bresciani.
1966-1969 L'Editore La Guilde du Livre di Losanna pubblica "Naquane. Decouverte d'une civilisation", con testi di E. Anati e C. Roy e con le splendide immagini del fotografo veneziano Fulvio Roiter. Anati partecipa al Simposio Archeologico Internazionale di Barcellona, dove propone l'istituzione di un convegno internazionale biennale. Nasce il progetto del "Valcamonica Symposium", che nel 2009 giungerà alla ventitreesima edizione.
Esce il primo numero del "Bollettino del Centro Camuno di Studi Preistorici" (BCSP), che diverrà nel tempo una delle più diffuse e autorevoli riviste di arte preistorica al mondo.
L'8 settembre 1968 il Comune di Capo di Ponte conferisce la cittadinanza onoraria a Gualtiero Laeng e a Emmanuel Anati. Dal 23 al 28 settembre 1968, fra Capo di Ponte e Boario Terme, si svolge il primo Valcamonica Symposium, con la partecipazione di studiosi provenienti da 20 diversi Paesi. 
Viene avviata la ricerca sistematica nell'area di Luine, a Boario Terme, che era già stata studiata da Laeng nel 1954. Negli anni successivi vengono individuate circa 100 superfici istoriate con oltre 20.000 figure. Nel 1982 Anati pubblicherà uno studio completo, dove identifica le incisioni di quest'area come le più antiche della Valle.
1977 La Regione Lombardia (Assessore alla Cultura Sandro Fontana) adotta come proprio stemma una variazione grafica della rosa camuna, elaborata da un gruppo di designer guidato da Bruno Munari.
1979 Su parere positivo dell'ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) e su proposta dell'Assessore alla Cultura della Regione Lombardia Sandro Fontana e del CCSP, la Commissione Unesco, istituita per la definizione dei Patrimoni dell'Umanità, nella sessione del 22-26 ottobre al Cairo, inserisce nella lista – primo monumento italiano – le incisioni rupestri preistoriche della Valle Camonica.
1980 Iniziano le campagne di documentazione nell'area di Seradina: le ricerche si concentrano nella zona detta "del Corno", vero monumento dell'arte rupestre camuna del versante occidentale.
Francesco Fedele comincia lo scavo archeologico sulla sommità della collina del Castello di Breno, mettendo in luce uno straordinario sito con frequentazione ininterrotta dalla lontana preistoria al medioevo.
1982 Grandiosa esposizione organizzata dal CCSP a Milano, alla Triennale, "I Camuni. Alle radici della Civiltà Europea", su uno spazio di 3.000 metri quadrati. Nei due anni successivi le aree con arte rupestre della Valcamonica vengono visitate da circa 200.000 persone.
1983-1987 Raffaele de Marinis, su incarico della Soprintendenza Archeologica, conduce alcuni sondaggi nell'area dei Massi di Cemmo, che portano alla scoperta di un nuovo importante frammento.
Viene attivata una ricerca sistematica nell'area di Sellero, che negli anni successivi porta alla individuazione e allo studio di 120 rocce, alla loro pubblicazione da parte di Umberto Sansoni e poi alla creazione del Parco Comunale di Sellero. 
Viene creato, nell'ambito del CCSP, il Dipartimento Valcamonica e Lombardia, la cui direzione è affidata a Umberto Sansoni. Da allora, ogni anno verrà organizzata una campagna di ricerche estiva, che coinvolgerà centinaia di studenti e volontari. 

La fase contemporanea
1988 Viene istituita la Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, vasta area comprendente oltre 500 rocce istoriate. Il Consorzio dei Comuni ne affida la direzione scientifica al CCSP. Dal 1988 il Direttore della Riserva è Tiziana Cittadini.
Il Dipartimento Valcamonica del CCSP inizia l'esplorazione e lo studio sistematico dell'area del Pià d'Ort che verrà integralmente pubblicata nel 1995 a cura di Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo.
Francesco Fedele, a seguito delle scoperte e delle successive segnalazioni di Giancarlo e Amalia Zerla, dà avvio, prima per conto del CCSP poi dal 1990 su incarico dell'Università Federico II di Napoli, al primo sistematico scavo archeologico in un sito intatto dell'età del Rame in località Anvòia e in località Passagròp presso Ossimo. Le ricerche, terminate soltanto nel 2003, portano alla eccezionale scoperta di statue-stele ancora in situ.
1989-1990 Il Dipartimento Valcamonica del CCSP inizia le prospezioni a Campanine di Cimbergo. I lavori proseguono fino ad oggi, mettendo in luce uno straordinario complesso costituito da quasi un centinaio di superfici e migliaia di figure. L'eccezionalità delle scoperte riguarda spesso l'epoca storica, che per la prima volta si rivela sulle rocce camune con un'espressività e un'intensità pari a quella delle più note di epoca preistorica.
Nasce, per iniziativa di giovani allievi di Anati (M. Simoes de Abreu, A. Fossati) la Cooperativa Archeologica "Le Orme dell'Uomo", che negli anni successivi si dedica principalmente a ricerche nell'area di Paspardo, a mostre e ad attività didattiche.
1993 Viene attivato il progetto per la creazione dell'archivio mondiale dell'arte rupestre (WARA – World Archive of Rock Art). Il progetto si propone di salvaguardare in un grande archivio il patrimonio immenso e fragile costituito dall'arte rupestre dei cinque continenti raccolta da Emmanuel Anati e dai suoi collaboratori in decenni di attività e di archiviarlo con modalità che ne consentano la facile consultazione e lo studio comparato.
1995 L'area del Pià d'Ort viene integralmente pubblicata ad opera di Umberto Sansoni e Silvana Gavaldo. L'opera propone per la prima volta la collezione completa dei rilievi dell'area, un dettagliato catalogo e studi tematici.
1997 La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia dà inizio ad un progetto di monitoraggio sistematico dello stato conservativo dell'arte rupestre camuna (progetto IRWeb). Vengono avviati regolari interventi di manutenzione delle superfici istoriate fra i quali, nel 1999, l'importante opera di ripristino e consolidamento della Mappa di Bedolina.
2000 Grande mostra a Milano a Palazzo Bagatti-Valsecchi "40.000 anni di arte contemporanea", coordinata da Emmanuel Anati. Per la prima volta l'arte rupestre mondiale viene inquadrata secondo modelli stilistico-cronologici rivelatisi comuni a molte culture. La mostra sarà poi replicata nel 2003 a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, e a Brescia, alla Loggia, nel 2005.
Iniziano per opera della Soprintendenza per i Beni Archeologici i lavori per la creazione del Parco dei Massi di Cemmo. A seguito di alcuni ritrovamenti fortuiti i successivi scavi archeologici, condotti da Raffaella Poggiani Keller, mettono in luce un ampio sito strutturato con murature a secco e numerose nuove stele istoriate.
2004 Il CCSP pubblica, in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione, il volume di Anati "La Civiltà delle Pietre", grande affresco delle ricerche di 40 anni.
2005 Viene aperto il nuovo Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, a Capo di Ponte, su progetto di Tiziana Cittadini del CCSP. La documentazione dell'arte rupestre esistente viene condotta per conto del CCSP da Alberto Marretta. Durante i lavori viene in luce una nuova grande mappa, "sorella maggiore" della più nota Mappa di Bedolina.
A distanza di quasi 50 anni viene pubblicata una edizione aggiornata della bibliografia sulle incisioni rupestri a cura di A. Marretta e di R. Poggiani Keller.
Viene inaugurato il nuovo allestimento del Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo.
2008 Emmanuel Anati stila per l'UNESCO un rapporto sull'arte rupestre mondiale, riprendendo un incarico già affidatogli nel 1983 e nel 1993. Nello stesso anno pubblica "Capire l'arte rupestre", un testo che espone la scoperta di una "grammatica visuale" comune alle manifestazioni grafiche preistoriche e tribali dei cinque continenti e che dischiude nuove prospettive per la comprensione di questi messaggi giunti dal più remoto passato. 

* il testo qui presentato è tratto dal volume "Valcamonica preistorica, un patrimonio dell'umanità". Edizioni del Centro, 2009